martedì 30 dicembre 2014

Aspettative e bisogni nella relazione di coppia (Dott.ssa Marzia Dileo)

Ogni membro della relazione è portatore di bisogni e ripone nell’altro la fiducia che questi possa soddisfarli in modo assoluto. I bisogni hanno un peso importante nel definire i ruoli e le funzioni all’interno della relazione. All’inizio di una relazione si ha la convinzione assoluta che l’altro possa soddisfare in pieno tutti i nostri bisogni ma nella realtà questo non accade e bisogna imparare a gestire le frustrazioni e le aspettative. Un’aspettativa rigida di soddisfazione assoluta porta a disagi, una aspettativa più flessibile si rivela utile per capire quali bisogni possono essere soddisfatti nella relazione e quali no e cercare di soddisfarli in altro modo.

IL BISOGNO NELLA RELAZIONE FAMILIARE
All’inizio della relazione genitore-figlio, entrambi hanno la convinzione assoluta che l’altro possa soddisfare in pieno tutti i bisogni, questa illusione è fondamentale per la sopravvivenza, un figlio, ad esempio, vede i genitori come Onnipotenti per molto tempo della sua vita, ma anche per i genitori che si sentono indispensabili e unici agli occhi dei figli. Con la crescita subentrano nuovi bisogni e aspettative, un esempio su tutti è l’adolescenza, e si ha la necessità di cercare stimoli e soddisfazioni anche al di fuori della famiglia. La capacità del sistema familiare di mettersi in discussione e di assorbire i cambiamenti facilita questa fase di vita sia per il figlio che per i genitori stessi. Ovviamente gli esempi possono essere molti pensando alla quotidianità della vita familiare.

IL BISOGNO NELLA DINAMICA DI COPPIA

Quando due partner si scelgono ognuno pensa che l’altro possa soddisfare tutti i suoi bisogni e aspettative, l’altro è semplicemente “Perfetto”. Nel rapporto di coppia questa fase corrisponde all’innamoramento, quando l’altro non è visto per la sua totalità e i due partner sono fusi in un sistema di relazione chiuso. Ciò è funzionale alla costituzione della coppia stessa. Questa fase nella coppia è caratterizzata da quello che si chiama PATTO IMPLICITO DI COPPIA, che è appunto un patto di natura inconsapevole che stabiliscono i due partener al momento della formazione della coppia, quando i due ripongono l’uno sull’altro bisogni e aspettative che risalgono alla loro storia personale e che hanno la convinzione saranno assolti in pieno. 


E se la coppia scoppia? (continua a leggere)

martedì 23 dicembre 2014

"Personealcentro"
Associazione di promozione sociale 
di psicologi-psicoterapeuti
organizza la
RACCOLTA GIOCATTOLI
DA DESTINARE AI BAMBINI MENO FORTUNATI
PER LE FESTIVITA’ 2014-2015


Potrete portare il vostro dono  presso la sede dell’ Associazione
 (previo contatto per appuntamento) 
oppure, qualora possibile,  si provvederà al ritiro dei giochi.

I giocattoli verranno consegnati nelle case famiglia e nei centri di accoglienza per minori del territorio romano.

Sarà gradito un biglietto di auguri di accompagnamento del dono col nome e l’età del bambino che regala il giocattolo.

Si ritirano giochi nuovi o usati in buono stato.

Per info e contatti:
www.personealcentro.it 

06.92928996 329.8692520 info@personealcentro.it
La segreteria è aperta dal lunedi al venerdi dalle 9,00 alle 18,30
sede legale e operativa Viale Regina Margherita 270, 00198 Roma

mercoledì 17 dicembre 2014

Il cambiamento

Chi intraprende per la prima volta una psicoterapia è mosso spesso dalla ricerca di un cambiamento nella propria vita, che sia nella sfera familiare, relazionale, lavorativa... e è pronto a investire tutte le sue energie e tutte le sue risorse per ottenere la soluzione del suo problema.
Ma che cos'è il cambiamento?

"I nove punti che si vedono nella figura devono essere collegati da quattro linee rette senza sollevare la matita dal foglio....""Quasi tutti quelli che tentano per la prima volta di risolvere questo problema introducono, come parte della loro soluzione del problema, una ipotesi che invece rende impossibile la soluzione. L'ipotesi è che i punti formino un quadrato e che la soluzione si debba trovare dentro tale quadrato una condizione autoimposta che non viene certo data nelle istruzioni....si può percorrere tutta la gamma delle possibilità di cambiamento esistenti dentro il quadrato, ma non si riuscirà mai a risolvere il compito..."La soluzione consiste semplicemente nel cambiare un insieme di premesse..."  (dal libro "Change" di Watzlawick, Weakland e Fisch, 1974. Pag. 39 e 40)La psicoterapia lavora sulle lenti che il paziente usa per leggere il mondo che lo circonda, quali sono le sue premesse? E come le usa nei diversi ambiti della sua vita? 

domenica 14 dicembre 2014

Dopo l'abbandono (Zeruya Shalev)

I libri più belli che ho letto li ho trovati girando per mercatini, comprando perchè attratta dall'immagine di copertina o da quelle poche righe che, nel retro di ogni libro, descrivono abilmente l'emozione che l'autore/autrice vuole trasmettere al lettore.
"Dopo l'abbandono" affronta il tema della separazione coniugale e della riorganizzazione che ne consegue con la maestria e la delicatezza di chi entra in punta di piedi nelle vite delle persone.
Ne riporto un brano che ho considerato di grande impatto emotivo:

 “Solo che non è andata così, non era a questo che miravamo e ora non siamo più tre, non lo saremo mai più,  sembra quasi che questo nuovo strappo ci abbia trasformato in quattro, due coppie separate, io e il mio Ghili, Ammon e il suo Ghili; è proprio condannato a essere diverso completamente, con me e con lui, due coppie sempre più lontane man mano che il bambino crescerà, una metà di lui ormai non è più mia, e mi pare di vederlo proprio, tagliato in due, quale parte scegli mamma? Quella di sopra o quella di sotto, sinistra o destra? Perché comunque intero non lo sarò più, anche se sembro intero, una metà di me sarà sempre e solo frutto della tua fantasia” 
(Zeruya Shalev “Dopo l’abbandono” pag.7 Frassinelli Ed. 2007)


Descrizione del libro


sabato 13 dicembre 2014

E se la coppia scoppia?

“Non lo riconosco più”… “Non parliamo quasi più ormai!”… Quante volte ci è capitato di dire queste o frasi simili? Quale coppia non ha vissuto quella fase in cui la magia, l’incanto dei primi momenti sembrano lontani o addirittura improbabili con il proprio/a partner?
Si tratta di esperienze che accomunano la vita di relazione di ogni coppia, e nelle quali ci si può rispecchiare facilmente.
Cosa significano queste esperienze nella dinamica di coppia? Quando sono da ritenersi preoccupanti per il futuro della coppia?
Iniziamo con il primo interrogativo evidenziando che la crisi nella coppia non è da intendersi soltanto come un momento negativo. Il termine crisi, sebbene siamo per lo più propensi a considerarlo nella sua accezione negativa, in realtà evidenzia una rottura con degli equilibri e delle certezze strutturati che non sono più adatti alla realtà, e devono pertanto essere modificati. Se è vero che la crisi genera confusione e difficoltà, è vero anche che questo momento di confusione è fondamentale per poter “mettere in ordine”, creare nuovi equilibri, trovare nuove risorse.
Dalla crisi si può uscire e si può farlo anche arricchendosi. Questo vale anche per la crisi di coppia.
Ma che cos’è che crea la crisi nella coppia?

giovedì 11 dicembre 2014

Il silenzio dei bambini

Alla base di ogni comunicazione umana, sia essa tra adulti o tra adulti e bambini, ci sono modalità che si ripetono e che, se conosciute, aiutano a interpretare e rendere la comunicazione meno difficoltosa.
Non si può non comunicare: provate a pensare a un momento o a una situazione in cui non state comunicando…. il silenzio? Spesso il silenzio appare non comunicazione perché incomprensibile o apparentemente privo di senso, ma se si prova ad allargare la lente di ingrandimento con la quale si osservano i comportamenti, ci si accorge che quel silenzio ha un prima che da senso all’intero discorso: cosa è stato detto prima? Con che modalità? 
A volte il silenzio di un bambino è legato al fatto che non sa come rispondere, non capisce cosa ci si aspetti da lui e reagisce con una modalità incomprensibile per l’adulto: il silenzio stesso.
Dietro ad ogni affermazione si trovano due tipi di informazioni, l’una relativa al contenuto stretto, l’altra legata al contesto della conversazione.

mercoledì 10 dicembre 2014

Tutto andrebbe bene se non fosse per...

L’utilizzo del sintomo in terapia familiare.
Quando la famiglia arriva per la prima volta in terapia porta all’attenzione del terapista uno dei suoi membri (solitamente un bambino o un adolescente) segnalandolo come problematico. In terapia familiare si utilizza il termine sistema per indicare l’intera famiglia, ovvero un’entità che è più della semplice somma matematica di tutti i suoi membri (madre padre e figli).
La prima immagine è quindi quella di un sistema/famiglia che si presenta diviso in due parti, con un confine netto tra la parte sana e la parte “malata” (il membro da curare, ovvero il paziente designato).
“Tutto andrebbe bene se non fosse per…..”

Comunicare...comunicando

Immersi in un mare magnum di messaggi culturali, sociali, televisivi… sentiamo sempre più spesso parlare di Comunicazione come capacità specifica da apprendere e migliorare. Un consiglio, un avvertimento, ma anche un monito che ogni genitore conosce recita: “parlare con i figli è fondamentale”. 
Da qui nasce il grande problema della comunicazione, ma parlare con i figli è un problema? È una necessità? È un dovere?
Le domande più frequenti che i genitori pongono agli psicologi possono essere:

  • dove abbiamo sbagliato?
  • perchè si comporta così?
  • è colpa nostra?
  • perchè è così svogliato, testardo, irascibile, taciturno?
Specialmente in alcuni momenti di passaggio (l’ingresso a scuola, l’adolescenza..) la comunicazione fra genitori e figli può diventare difficile, i genitori possono sentirsi insicuri, poco informati, e i figli possono sentirsi incompresi, non ascoltati, e non trovare argomenti da condividere con i genitori.