sabato 13 dicembre 2014

E se la coppia scoppia?

“Non lo riconosco più”… “Non parliamo quasi più ormai!”… Quante volte ci è capitato di dire queste o frasi simili? Quale coppia non ha vissuto quella fase in cui la magia, l’incanto dei primi momenti sembrano lontani o addirittura improbabili con il proprio/a partner?
Si tratta di esperienze che accomunano la vita di relazione di ogni coppia, e nelle quali ci si può rispecchiare facilmente.
Cosa significano queste esperienze nella dinamica di coppia? Quando sono da ritenersi preoccupanti per il futuro della coppia?
Iniziamo con il primo interrogativo evidenziando che la crisi nella coppia non è da intendersi soltanto come un momento negativo. Il termine crisi, sebbene siamo per lo più propensi a considerarlo nella sua accezione negativa, in realtà evidenzia una rottura con degli equilibri e delle certezze strutturati che non sono più adatti alla realtà, e devono pertanto essere modificati. Se è vero che la crisi genera confusione e difficoltà, è vero anche che questo momento di confusione è fondamentale per poter “mettere in ordine”, creare nuovi equilibri, trovare nuove risorse.
Dalla crisi si può uscire e si può farlo anche arricchendosi. Questo vale anche per la crisi di coppia.
Ma che cos’è che crea la crisi nella coppia?


Tra i due partner si costituisce una sorta di accordo, che avviene in modo inconsapevole; tale accordo si chiama Patto implicito di coppia. I contenuti di questo patto sono rappresentati dai bisogni, dalle aspettative, dai miti familiari, ecc., che vengono attribuiti al partner nella speranza che lui/lei sia in grado di soddisfarli tutti, di tamponare ogni ferita, anche la più antica, della propria storia personale. Anzi, più che di una speranza, in questa fase della vita di coppia, si può parlare di una vera e propria convinzione. Ognuno crede che l’altro/a sarà colui/lei che “mi capirà”, “mi gratificherà”, “Mi darà quella considerazione che non ho avuto nella mia famiglia” ecc. Questo patto implicito in genere funziona e permette alla coppia di creare un proprio equilibrio.
Non è possibile generalizzare quanto durerà tale patto, in quanto ogni coppia è unica e specifica e reagisce in modo diverso agli eventi della vita quotidiana e alle fasi del ciclo vitale (matrimonio, nascita dei figli, adolescenza, uscita dei figli da casa, vecchiaia), ma accade che ad un certo momento l’altro/a non sembra più la persona che abbiamo scelto, la persona che ci faceva sentire unici e importanti. Accade ad un certo punto che si sente un “crack”, uno strappo, che nella tecnica della clinica di coppia prende il nome di crollo del patto implicito di coppia. In questa fase inevitabile, l’altro/a sembra il nemico, colui/lei che rinnova le ferite del passato. Questa è la fase della crisi di coppia, dove il/la partner è percepito come assente, non ci si capisce più, si litiga per ogni cosa, o ci si chiude nel silenzio e nella distanza.
Le manifestazioni che può assumere questa fase sono diverse a seconda delle storie personali dei due. Infatti, ciò che si osserva nella coppia in crisi, è un abbandono dei ruoli coniugali condotti fino a quel momento, per assumere i ruoli filiali, che si conducevano da figli prima della vita coniugale.
Come mai accade questo? Lo abbiamo spiegato sopra, quando si attribuiscono al partner bisogni e aspettative del passato che lui o lei devono soddisfare, si crea una illusione che prima o poi fa i conti con la realtà. Come ci si ritrova a dover fare i conti con la frustrazione dello stesso bisogno del passato, l’altro viene percepito come il genitore frustrante e si reagisce a lui/lei nello stesso modo che abbiamo appreso in famiglia. In questa fase i due non sembrano compagni di vita, ma due figli insoddisfatti, che si chiedono reciprocamente di compensare i fallimenti dei propri genitori… Ma i due hanno genitori e storie diverse, e così la loro distanza aumenta.

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